La penna e il sentimento
- Mattia Fusillo
- 22 mar 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 22 mar 2021

Negli ultimi due giorni si sono festeggiate la giornata internazionale della felicità, il 20 marzo, e la giornata internazionale della poesia, il 21 marzo. Mi chiederete, perché parlare di entrambi in un unico post?
È vero, trovare un’affinità con un tema astratto come la felicità e un tema concreto come la poesia non pare semplice inizialmente. Ho trovato la risposta a questo quesito, solo quando mi sono cimentato nella scrittura di una poesia. La storia e la letteratura spesso ci hanno rivelato che il più grande dono dell’uomo è la parola, capace di poter esprimere anche il più grande sentimento. Ho faticato a trovare un tema e più volte mi sono chiesto quale fosse quello giusto. Ho scritto numerosi versi, più bozze, ma mi sono accorto, che non “esiste un ingrediente segreto”. La poesia non è fatta per insegnare, la poesia è fatta per descrivere ciò che siamo e desideriamo trasmettere. Esistono poesie dallo spessore di due sole parole, parole che, sembrerà strano, narrano di profonde riflessioni. Non esiste limite alla poesia, non esiste elementarità quando a parlare sono i versi.
Ma ancora non ho risposto del tutto al mio quesito, e la felicità? La poesia, la scrittura rievocano all’autore immagini di un proprio trascorso oppure di un momento tanto desiderato. Ogni singolo elemento cela qualcosa di più, qualcosa che affascina il lettore e lo rende comune allo scrittore perché entrambi, in quell’istante, condividono un ardore, un sentimento di passione espresso in un piccolo testo. Io stesso ho trovato nella scrittura un momento di spensieratezza in cui le riflessioni di un quattordicenne, quasi quindicenne, diventano realtà. Ed io in “pochi versi” vivo il mio momento felice, attraverso le tracce della penna sul foglio.
Picture by Andrea Fusillo
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